27-06-2008 Reggio Emilia, Spazio Gerra
Reggio Emilia, Spazio Gerra
Inaugurazione 27 giugno ore 19

Immagine la vita è il titolo della prima esposizione, curata da Umberto Fiori (poeta), Elio Grazioli (critico d’arte), Riccardo Panattoni (filosofo), Rocco Ronchi (filosofo).

Immagine la vita: due termini accostati senza alcuna consequenzialità linguistica, neppure una qualche forma di interpunzione a scandire un ritmo o una precisa relazione. Si avvicinano, attratti probabilmente l’uno dall’altro, ma non si toccano. Immagine della vita o la vita come immagine più che esprimere un contrasto, una reciproca elisione, rivelano un incrociarsi il cui centro, il punto verso cui si attirano, sembra sfuggirci, ignoto da sempre, segreto a tutti.

Sono state scelte immagini dagli ambiti più disparati, i principali in realtà della loro trasmissione mediatica, che sia la fotografia, il video, l’arte, la pubblicità, la cronaca, la fiction. Il loro accostamento crea percorsi, trame ulteriori, sollecita rimandi, evidenzia aspetti nascosti, evoca le fasi della vita, disegna l’atlante di certi suoi momenti topici, ripensa il ruolo dei media, rimette in circolo le forme e le metafore, allude a possibilità che tocca a ciascuno cogliere.

Il percorso espositivo ripercorre le diverse fasi della vita a partire dalla sfera familiare. Da dove partire? Dal centro, forse: dal matrimonio, che unisce e darà la vita. Allo Spazio Gerra siamo accolti dunque dall’installazione di Stefano Arienti Oggi sposi, festosa esposizione di auguri per i novelli sposi. Il mondo della maternità, dell’infanzia, della famiglia segue poi nelle opere di Nan Goldin, Lucia Leuci, Gianluca Codeghini e con disegni di Daniele Galliano sull’educazione del giovane.
Manifesti pubblicitari di Sisley e Dolce&Gabbana, che si rifanno alle regole della comunicazione e si impongono con immagini di grande forza estetica e intensità, sono accostati a queste opere e alle immagini televisive tratte da popolari serie televisiva come Desperate Housewives, la cui trama a noi è parsa un esempio di quel “segreto” che sta al centro della condizione umana e che ha un contrappunto comunicazionale cronachistico e drammatico al tempo stesso nelle immagini delle indagini sul Caso Cogne, un caso reale, basato sul segreto di una madre, che cattura da anni l’attenzione del pubblico.
La vita adulta, la città, i problemi quotidiani e quelli sociali, forse anche la morte, forse anche l’aldilà trapelano, senza mai essere espliciti e aggressivi, nelle immagini che seguono. Francesco Jodice ci immerge nei micro-eventi quotidiani dell’esistenza, mentre l’artista giapponese Masao Yamamoto ci propone una versione orientale della sospensione che si esprime nella concentrazione-contemplazione su niente e tutto. Lorenzo Pesce ci offre invece la versione quotidiana di una gioventù solitaria, felice e malinconica insieme.
L’installazione sonora di Luca Vitone e la pittura di Francesco Lauretta indagano il legame con la terra d’origine e con il sogno di ritornare, quasi un ritorno al passato proiettato nel futuro.
Luigi Tazzari ci offre immagini delle vacanze in spiaggia attraverso una sfocatura che trasfigura poeticamente, mentre fotografia, pittura, memoria e morte si intrecciano in modo inestricabile nel lavoro di Pietro Roccasalva. La relazione tra dentro e fuori, nel rapporto tra televisione e vita, tra guardare ed essere visti conclude idealmente il percorso nel video realizzato da Barbara Brugola.

Venerdì 27 giugno alle ore 19, in occasione della inaugurazione della mostra, a cura di Officina delle Arti, esibizioni, installazioni, performance, letture e proiezioni.