06-06-2019 Galleria Milano, Milano
Il pinguino
scultura teatrale di Dario Bellini
Musiche di Gianluca Codeghini
Con gli attori
Marino Maccarinelli, Carlo Pardi, Dora Lazzari, Luca Iuliano, Luca Cremonini, Irene Carta, Maurizio Bettinzoli, Giovanni Alamia, Alfredo Cadenelli
Pantomime dei facchini a cura della ginnica del segno di Giuliano Guatta
Costumi di Mariella Butturini
Spazio scenico delimitato dalle luci di Francesco De Prezzo
Il Pinguino è la quarta scultura teatrale che Dario Bellini esegue dopo la prima prodotta dal MART di Rovereto nel 2014.
Giovedì 6 Giugno ore 19.00
Galleria Milano, Milano
Domenica 16 Giugno ore 20,30
Roè Volciano, ex chiesetta de Angeli Frua
Sabato 22 Giugno alle ore 21
Brescia teatro LABA via Don Vender 66
Nel Pinguino si realizza un montaggio incrociato di tre livelli distinti: il dilemma del potere, un re deciso ad abdicare ed una principessa in procinto di assumere la corona; di cosa vale la pena occuparsi? che argomenti impugnare? un autore, un personaggio ed un antagonista in vena di schermaglie; le pantomime di tre facchini fanno una cosa sola delle tre sedie di Kosuth; Il pinguino, ovvero il cameriere, serve giudiziosamente, solerte e assiduo e lega i tre livelli.
La parola come una specie di slow motion.
Un movimento rallentato che dilata il tempo e lo riempie di accidentalità. Bill Viola e Douglas Gordon hanno impiegato ampiamente il rallentamento dell'immagine aprendo intervalli enormemente dilatati e stendono radure che lo spettatore colma con la propria immaginazione.
Al contrario i futuristi avevano teorizzato la simultaneità nel movimento e alcune avanguardie hanno cercato di far coesistere punti di vista temporalmente impossibili. Oppure sintetizzare nello sguardo istantaneo e totale la specifica modalità dell'occhio, vago e all-over. Il fuoco oscilla poco più in là o più in qua della superficie del dipinto. Ma non saprei dire se si tratta di un restringimento dell'intervallo fino all'istante o invece un rallentamento estremo.
Inoltre il rallentamento ha a che fare con la dimensione. La grandezza della scala contribuisce a innescare il rallentamento. La parola nella scultura teatrale ha un po' la stessa funzione, satura lo spazio di chiacchiere, sì e no importanti, e immerge lo spettatore-interlocutore in una dimensione di galleggiamento nel senso.
In molte serie televisive, anche in quelle visivamente più potenti e d'azione, si aprono molto spesso parentesi di dialogo dalle dimensioni inusuali in un film. Anzi potremmo dire che nelle serie sono le parole a prendersi lo spazio, la messa in opera dei dilemmi, delle motivazioni, delle scelte. In realtà l'azione non ha che lo scopo di verificare ipotesi o scambi a proposito dei quali i personaggi si sono ampiamente dilungati. In quella sospensione, infinite sono le proiezioni di ciascuno.Nel Pinguino alcuni personaggi tornano in campo dopo aver disputato le loro ragioni in altre sculture teatrali. Davvero come nelle serie televisive.